giorno 1/7 | PORTE | Godblesscomputers # …
giorno 1/7 | PORTE | Godblesscomputers # …

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Oggi è il giorno di arrivo del nostro primo ospite in residenza, grazie al progetto 10Heartz.
Lo aspettiamo cominciando la giornata al Bar Due Monti, Eugenia e Bruno ci hanno sempre fatto sentire parte di questo territorio fin dalle prime ore del mattino ed è qui che porteremo subito Godblesscomputers (Lorenzo Nada) per il suo progetto Sibillian Soundtales. Un po’ di piccoli imprevisti organizzativi mi fanno ritrovare lungo la strada che scende a Visso, decido quindi di incamminarmi a piedi per tornare ad Ussita ad aspettarlo.

 

Arrivo rapida a Sasso, la prima frazione alle porte, dove osservo nel silenzio le demolizioni effettuate. Negli ultimi mesi abbiamo fatto questa strada decine di volte, ma mai camminando. A passo lento significa avere nuovi occhi, presidiare in modo diverso ogni cosa in cui lo sguardo si imbatte. Incontro un signore un po’ accigliato, lo saluto, allora lui sorride e ricambia. Tra questi spazi che faccio fatica a riconoscere, un fuggi fuggi di gatti.

 

Mi sento chiamare per cognome. È Stefano, l’Ortolano dei Sibillini. “Ma tu non eri ferita ad un ginocchio? Perché cammini lungo la strada? Ma che fai?” Nessuna risposta viene accettata, così mi carica sul suo furgoncino bianco e saliamo a Frontignano, parlando di strade da perlustrare, sentieri dove ha trascorso l’infanzia e che io non conosco. Mi viene voglia di conoscerli tutti. Mi regala una pizza che si rivelerà preziosa all’arrivo di un Godblesscomputers affamato.

 

L’attesa di qualcuno è una sensazione molto limpida, quasi bambina. Viene accentuata dal fatto di essere a 1.400 m di altitudine, chi ci bussa quassù viene da noi, per noi. Ti mette di fronte all’affetto, alla stima, al desiderio di trascorrere del tempo con la persona in arrivo, sentimenti puliti e genuini. Perché in fondo aspettare è anche sperare.

Mentre Lorenzo ci sta raggiungendo, penso che a C.A.S.A. vogliamo essere talmente accoglienti e aperti con tutti che perfino le nostre porte ci hanno preso in parola: non si chiudono mai e per chiudere C.A.S.A. dobbiamo prenderle a spallate.

Poi una piccola scossa. 1.9 con epicentro Ussita. Io non la sento, la musica è alta. Pat mi scrive subito: Tutto ok? E io penso che anche se quassù a volte non c’è nessuno, io non mi sentirò mai sola. Oggi lei si preoccupa per me. Ieri ero io a preoccuparmi per lei. Penso a come la vita sia un ciclo infinito tra tutti noi e come le piccole attenzioni rimbalzino tra le nostre vite creando quell’empatia che riesco a ricondurre solo alla parola famiglia.

 

Lorenzo recupera Pat lungo il viaggio, arrivano insieme ed è subito bruschetta di benvenuto. Mentre ci sistemiamo, arriva anche Rossella della Mezza Luna (Ieri sera mi hai detto di passarvi a trovare e io sono venuta subito, no?) insieme ad una sua amica di Roma, Cristina, curiosa di sapere cosa ci facciamo qui. Ci prendiamo un caffè tutte insieme, parliamo di noi, ridiamo insieme ad alta voce, il tappeto è il nostro tavolo, penso alle fate della Sibilla.

 

Cristina mi racconta della sua seconda casa inagibile messa in sicurezza ma dal futuro incerto. Mi parla anche di quella del suo compagno, recentemente demolita. Parliamo di chiavi che non hanno più porte dove essere infilate. Parliamo di come, sapere di avere una porta in cui immaginare di poter infilare ancora una chiave, in questo momento sia tutto. Ripenso alla porta che ho preso a calci qualche ora fa. E a quelle porte che alcuni amici non hanno più.

 

Raggiungiamo a Macereto gli altri 4 artisti in residenza, anche loro appena arrivati. La visita di stamattina organizzata nella zona rossa di Camerino ha colpito tutti, non ci sono parole per descrivere certe sensazioni e forse non ce ne saranno neanche domani. Dalla yurta esce un brano della cantastorie Rosa Balestieri su cui i Persian Pelican lavoreranno nei loro giorni sibillini.

 

Alessio Ballerini condivide con noi le prime registrazioni e un brano che il Duo Baguette ha suonato nel silenzio di Piazza Cavour. Io mi commuovo immaginando i loro organetti solitari in mezzo al silenzio di questa piazza oggi, un cimitero di voci, suoni, passi, rumori. Piano piano scende il buio, tranne che sui bracieri presidiati da Michela alla quale piano piano ci avviciniamo tutti.

 

Rokeya mi prende per mano e mi trascina a ballare nella yurta dove nasce una jam session. Parlo per molto tempo con un allevatore della zona, Stefano, di quanto siano stati difficili i primi tempi dopo il sisma, delle porte chiuse, delle stalle inadatte, delle prospettive future, della necessità di fare rete, di aiutare chi non ci riesce (per età e vecchie abitudini).

 

Ogni tanto qualcuno si avvicina curioso alle nostre animate discussioni e penso che se vogliamo raccontare, raccontarci, non dobbiamo mai dare nulla per scontato nei confronti di chi vuole ascoltare. Compriamo del formaggio da Lucia e tornando a C.A.S.A. ci fermiamo alle Arette a guardare le stelle mentre asini, pecore e cani hanno molto da dirsi.

 

Un bicchierino di liquore alla melissa nell’area SAE a Forapezza e iniziamo a raccontare a Lorenzo questi luoghi e la complessità di questo anno e mezzo, delle paure sugli anni a venire, della difficoltà di districarsi tra le tante porte che si stanno aprendo. È un condividere senza giudizio, ognuno di noi aggiunge profondità. Lorenzo chiede, fa domande, sembra spaesato e vuole capire, indagare il passato, insieme a lui facciamo anche noi piccoli passi di consapevolezza.

Facciamo molto tardi venendo meno alla promessa iniziale (“vedrai che in montagna andiamo a letto presto e ci svegliamo all’alba”). Ma come benvenuto, stanotte, va bene così.

 

Il racconto di Godblesscomputers [giorno uno]

Dopo un viaggio in auto piuttosto lungo e pochissime ore di sonno alle spalle arrivo finalmente a Ussita, un piccolo borgo in mezzo al Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Lo scenario attorno a me è surreale: grate e recinzioni in metallo delimitano il perimetro di edifici parzialmente o completamente sventrati dal sisma che ha colpito quest’area tra l’agosto e l’ottobre del 2016. [Continua su sibilliansoundtales.tumblr.com…]

 

[Grazie a 10Heartz, sempre. Anche per le foto!]

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