Ci siamo messi in marcia con la certezza …
Ci siamo messi in marcia con la certezza …

Ci siamo messi in marcia con la certezza …

Durante queste festività abbiamo ospitato due realtà con cui collaboriamo (APE Roma, Sineglossa / Art Walks) e alcuni amici che hanno deciso di trascorrere un po’ di giorni ad Ussita per conoscere meglio questi territori ed entrare in contatto con la popolazione. Sono arrivati da Ancona, Roma, Macerata, Matelica, Perugia, Catania, Bologna, perfino Cordoba (Argentina)… Dopo tanti giorni passati insieme scendere in piazza ad Ussita per brindare con chi vive ogni giorno una difficile quotidianità è stato spontaneo. Grazie alla Pro Loco Ussita 7.1 per l’organizzazione dei fuochi, grazie al Bar Due Monti e alla Mezzaluna per aver accolto tutta la confusione che ne è conseguita e soprattutto grazie a tutti gli abitanti di Ussita che – con tenacia e forza d’animo – rendono questo stare insieme possibile. Riportiamo qui due contributi (uno scritto e un video) che alcuni ospiti / abitanti di C.AS.A. ci hanno condiviso…

Ci mettiamo sei ore per arrivare da Roma… C’è chi ha dimenticato gli scarponi a casa e allora torniamo indietro a prenderli. Come “capodanno APE” vuole, non abbiamo messo in valigia carte e Taboo, ma che Capodanno sarà senza giochi da tavola? Ci fermiamo allora all’autogrill e stiamo fermi un’ora buona, stappiamo la prima bottiglia di vino della vacanza, che poi una vera vacanza non sarà, lo sappiamo. Come sempre ci siamo messi in marcia con la certezza di essere già pronti a ritornare ancora. Ad aspettarci ci sono due amiche speciali, Patrizia e Chiara, conosciute a luglio durante la Lunga Marcia nelle Terre Mutate, con le quali stiamo collaborando per la costruzione di un Cammino di solidarietà che attraversa i territori più duramente colpiti dalla sequenza sismica del 2016 e 2017. Ci hanno parlato con passione di Ussita, siamo qui anche per questo. Da due anni con APE Roma frequentiamo più la zona di Campotosto, conosciamo bene l’amore per la propria terra di chi continua ad abitarla nonostante ogni ferita. Superiamo la Valnerina, arriviamo a Visso. Da anni facciamo su e giù tra le zone di Norcia, Castelluccio, Arquata ed Amatrice, eppure è come se non avessimo visto ancora niente. Per l’ennesima volta questa distruzione ci sembra inconcepibile. Saltiamo il primo bivio per Ussita, sbagliamo strada e ci infiliamo sulla provinciale che collega Castelsantangelo a Frontignano: chiusa. Torniamo indietro. Il problema strade qui è ancora molto presente, sentito, ne parleremo poi con molti. Finalmente, tra semafori e cumuli di neve sporca, arriviamo a Ussita, e poi di lì dritti a Frontignano, superando il Palaghiaccio e le deviazioni sbarrate per le frazioni di Calcara, Sorbo, Cuore di Sorbo, zone rosse. Veniamo accolti a braccia aperte nel porto di montagna di C.A.S.A., mentre il tramonto è un fascio di luce rosa che avvolge i Sibillini, la neve brilla sulle piste. Iniziano con la contemplazione di questa magnificenza i quattro fittissimi giorni ussitani durante i quali esploriamo i dintorni e soprattutto parliamo con tante altre realtà e persone che come noi hanno deciso di ritrovarsi qui. Quanto fermento, quanta determinata energia. Scendiamo ad Ussita e al Bar Due Monti ci adottano, e tra una polenta e un Varnelli ascoltiamo i racconti del presente, buttiamo giù insieme idee per il futuro, stringiamo mani di nuovi amici, ci confrontiamo moltissimo con la popolazione. A volte ci sparpagliamo, per andare a trovare qualcuno o per capire meglio la geografia di questi luoghi. Uno storico che sta collaborando al progetto della guida di Ussita ci racconta che qui passavano le principali arterie di collegamento d’epoca medievale, e sì, questo era un piccolo ombelico del mondo. Sembra quasi scontato pensarlo in questi giorni così intensi. Siamo costretti a partire in fretta e furia all’ora di pranzo del 2 gennaio perché la neve ha cominciato a cadere intensamente. Ci si stringe un po’ il cuore a pensare che lasciamo Ussita assediata da un nuovo inverno e da questo presente denso di criticità. Nonostante questo, respiriamo la voglia di ripartire. La loro, non la nostra: abbiamo già messo in calendario nuove occasioni di incontro. Il Bove dietro la cortina di fiocchi ci osserva, è magico. Per APE Roma è stato un inizio d’anno speciale, ne traiamo nuova energia per le prossime attività dell’associazione. Ussita adesso ha un posto speciale nella nostra carta dell’Appennino.

– APE Roma –

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